Estratto dal "Corriere della Sera" in: "Pubblico & Privato" di
Francesco Alberoni
L'ESERCITO DEI MEDIOCRI
ALLA CROCIATA CONTRO I MIGLIORI

Ci sono persone che occupano una posizione inferiore alle proprie capacità, e persone che, invece, ne occupano una troppo elevata per loro. Nel primo caso, chi si trova in un posto inferiore alle sue capacità ne soffre. Perchè non vede riconosciuto il suo merito, perchè si rende conto che i suoi superiori compiono errori che lui saprebbe evitare. Ma, se glieli fa notare, si irritano, si offendono e possono anche fargli del male. I mediocri odiano coloro che sentono superiori a sè e, quando possono, li perseguitano. Avviene anche nelle scuole. Ci sono insegnanti che odiano gli allievi geniali, li umiliano e cercano di bloccare le loro straordinarie capacità.

Però il tempo gioca sempre a favore della persona di grande intelligenza. Perchè trova il modo di rendersi indispensabile. Dando un consiglio appropriato, risolvendo un problema che sembrava insolubile, inventando nuove attività. L'unico accorgimento che deve rispettare è quello di non attribuirsene il merito, ma sostenere che gli altri ci sono arrivati da soli.

Quando, invece, una persona occupa un posto superiore alle sue capacità, chi ne soffre è l'istituzione. Perchè prende decisioni sbagliate, sceglie male i collaboratori. Ma anche perchè mette in moto un meccanismo psicologico perverso. Per lo stesso motivo detto prima, il mediocre, soprattutto se è ambizioso, se è abituato al potere, se vede la possibilità di conservarlo o di accrescerlo, ha paura delle persone più capaci. Così cerca in ogni modo di svalutarle, di screditarle, di ridurne la pericolosità. Se poi è moralmente fragile, reagisce da megalomane, terrorizza i dipendenti, attribuisce loro le proprie colpe, mente, cambia idea continuamente, tradisce gli amici. Sviluppa, cioè, un vero e proprio comportamento criminale.

Ma anche chi è sostanzialmente onesto, se non si rende conto della sua inadeguatezza, subisce un processo di corruzione. Diventa incerto, dubbioso, rimugina sulle decisioni da prendere, le rinvia. Non avendo un proprio criterio di giudizio, segue il parere dell'ultima persona con cui ha parlato.

Pochi si accorgono della sua fragilità. E interpretano i suoi dubbi e le sue incertezze come frutto del desiderio di fare bene. Al massimo, lo giudicano troppo scrupoloso. Ma ci sono sempre persone astute che si rendono perfettamente conto delle sue difficoltà. Costoro lo rassicurano, lo lusingano, gli dicono che può raggiungere obbiettivi ancora più ambiziosi. In questo modo riescono a manipolarlo come un burattino. Però aggravano la sua crisi perchè lo spingono a confrontarsi con altri ancora più capaci, che criticano i suoi errori gli fanno fare cattiva figura.

Frustrato e pieno di rancore finisce per abbandonarsi a sogni di rivalsa, di vendetta, di dominio. Con quella miscela di falsa umiltà, invidia e odio che Nietzsche e Max Scheler hanno chiamato "risentimento". Naturalmente non si espone apertamente, non affronta gli antagonisti a viso aperto. Si fa scudo della sua immagine di persona mite e scrupolosa. Però aderisce al complotto organizza dalle persone prive di scrupoli e piene di risentimento che intrigano per accrescere il proprio potere e i propri privilegi.

Partecipa alla comune crociata degli incapaci contro migliori. Per distruggere, particolare, chi emerge su tutti e gli ricorda in ogni istante con il fatto stesso di esistere, sua irreparabile mediocrità.