Estratto dal "Corriere della Sera"
Pietro Ostellino
CL: MA DIO SI E' FERMATO A RIMINI ?

Da "aspirante credente", che non pretende e non pretenderà mai di convertire e tanto meno coartare nessuno alle proprie convinzioni, ho sempre creduto che la fede sia innanzitutto un "fatto privato", da vivere soprattutto nell'intimità della propria coscienza e da non imporre agli altri, né con la violenza, né con la legge. Perciò, caro don Giussani e caro Formigoni, questi vostri seguaci che vanno in chiesa e vivono la loro fede come gli ultrà vanno allo stadio e fanno il tifo per la loro squadra del cuore, a me fanno francamente paura.

Me li immagino che si dirigono verso la loro parrocchia in gruppo, sventolando la bandiera del Vaticano, come quelli sventolano quella dell'Inter o della Juve, indossando l'abito talare, invece della maglia di Ronaldo o di Del Piero. E mi chiedo. che cosa ne pensi il buon Dio, che, per quanto misericordioso, un certo spirito critico, e una buona dose di senso del ridicolo, secondo me, li deve pur avere...

I fondamentalismi e gli integralismi non fanno bene nemmeno a chi li pratica. Il prete del villaggio provenzale dove vivo ha rifiutato pubblicamente la comunione alla farmacista perché nella sua farmacia, come del resto in tutte le farmacie del mondo o quasi, sono in vendita i preservativi. La scena non è piaciuta nemmeno ai fedeli. Fortunatamente, a pochi chilometri c'è il prete di un altro villaggio che, a differenza di quello integralista, è convinto che Dio sia dalla parte dei giovani che si amano. E non da quella dell'Aids.